On page 210
of John Wells' Longman Pronunciation
Dictionary (2008), we find that the originally Italian surname da Vinci is transcribed as də ˈvɪntʃ
i. The transcription provided indicates that native speakers of English pronounce
it both as də ˈvɪntʃi and də ˈvɪnʃi.
As my readers will know, for words belonging to foreign languages, which are in
use in English, LPD, besides giving their anglicized pronunciation(s), also
shows how they are pronounced in the language of origin. So for da Vinci, we find the Italian "[dav
ˈvin tʃi]". This transcription indicates that, according to John Wells, Italians
normally say dav ˈvintʃi, with
doubling of the v due to the
presence of the preposition da before a word beginning with a consonant sound. This phenomenon is called technically 'raddoppiamento (fono)sintattico'.
But do
Italians really pronounce Leonardo's surname as dav ˈvintʃi?
Although dav ˈvintʃi is by
no means impossible in Italy, this pronunciation is nowadays not to be regarded as belonging to
the standard accent. Italians pronounce da
Vinci as da ˈvintʃi. (Listen to
these Forvo audio clips, for example.) The pronunciation with the
raddoppiamento is today only to be found in some parts of Tuscany and is considered
a dialectal feature, though elocutionists still sometimes teach it as 'correct
speech', especially to would-be actors. But Italians practically never use 'double
v' in da Vinci!
This is
confirmed by Canepari's DiPI (p.207), which acknowledges both da ˈvintʃi and dav ˈvintʃi but prioritises the former and defines the latter as
"la pronuncia tradizionale di base toscana, un tempo l'unica accolta dalle
compagnie teatrali e dalla Rai", that is 'the traditional pronunciation
based on Received Tuscan Italian which used to be taught to actors in the past
and which was once preferred by the national broadcasting service RAI'.
The variant
with the raddoppiamento is still the only one provided by the DOP Online (look under da), the Dizionario di Ortografia e Pronunzia
published by Rai & Eri in 2010. The
pronunciation offered by the DOP is, like most of the pronunciations it gives,
a 'stage pronunciation', not the actual pronunciation used by native speakers
in Italy.
The reason da Vinci is pronounced da ˈvintʃi in contemporary standard
Italian pronunciation (SIP) lies in the type of word that follows the
preposition da ('from'): when da is followed by a name, as is the case in (Leonardo) da Vinci, there is no
raddoppiamento. When it is followed by a noun, as in, for example, da capo ('from scratch'), both
pronunciations with and without the raddoppiamento are acceptable: da ˈkapo, dak ˈkapo. The former is usually regarded as the norm, whereas the
latter is for some speakers a more formal variant (also sometimes spelt daccapo). In elocution and some Tuscan
Italian, the situation is reverted for both da
+ name and da + noun.
What does
trigger the raddoppiamento (fono)sintattico in today's SIP is dà, meaning '(he/she/it) gives'. So the
expression non dà resto (literally '(it)
doesn't give any change') is pronounced non
ˈdar ˈrɛsto, never *non ˈda ˈɾɛsto.
The
raddoppiamento (fono)sintattico shows much regional variation and is absent
from most northern accents.
Leonardo da Vinci
A
pagina 210 del Longman Pronunciation
Dictionary (2008), troviamo trascritta in simboli IPA la pronuncia del
cognome italiano da Vinci: də ˈvɪntʃ
i. Questa trascrizione indica che nel mondo anglosassone i nativi
pronunciano sia də ˈvɪntʃi che də ˈvɪnʃi.
Come
sapranno bene i miei lettori, per quanto concerne le parole straniere, l'LPD di
John Wells fornisce sia le pronunce anglicizzate sia le possibili varianti
nella lingua d'origine. Per da Vinci,
quindi, troviamo, oltre alla trascrizione per l'inglese, anche quella relativa
all'italiano: "[dav ˈvin tʃi]". Quest'ultima suggerisce che, secondo
l'autore del suddetto dizionario, gli italiani normalmente dicono dav ˈvintʃi, pronunciando un doppio v non presente nell'ortografia per via
del cosiddetto 'raddoppiamento (fono)sintattico', causato dalla presenza della
preposizione da davanti ad una parola iniziante per suono consonantico.
Ma
siamo veramente sicuri che gli italiani dicano dav ˈvintʃi?
Sebbene dav ˈvintʃi non sia impossibile in
Italia, questa pronuncia è da considerarsi non facente parte dello standard.
Gli italiani per la maggior parte dicono da
ˈvintʃi: ascoltate queste clip audio fornite dal sito Forvo. La pronuncia
col raddoppiamento è oggi una delle caratteristiche che contraddistinguono solo
alcuni accenti della Toscana ed è quindi un tratto tipicamente dialettale,
sebbene alcuni insegnanti di dizione ritengano che questa sia ancora l'unica
pronuncia 'corretta'!
Quanto
affermato finora è confermato dal DiPI del Canepari (p.207), il quale accoglie
sia da ˈvintʃi che dav ˈvintʃi, ma dà giustamente
priorità alla prima variante e definisce la seconda "la pronuncia
tradizionale di base toscana, un tempo l'unica accolta dalle compagnie teatrali
e dalla Rai".
In
realtà quest'ultima pronuncia è ancora l'unica variante fornita dal DOP online,
il Dizionario di Ortografia e Pronunzia
edito da Rai & Eri (2010). Come avviene per le trascrizioni di molti degli
altri lemmi contenuti nel dizionario, anche questa pronuncia è tipica dell'ambito
della dizione e non rispecchia per nulla la realtà fonetica italiana.
La
ragione per la quale da Vinci si
pronuncia da ˈvintʃi nello standard
italiano odierno è da ricercarsi nel tipo di parola che segue la preposizione da: se dopo da troviamo un nome proprio, come nel caso di (Leonardo) da Vinci, non c'è raddoppiamento; se invece troviamo un
sostantivo, come in da capo, sia la
pronuncia col raddoppiamento che quella senza sono accettabili: da ˈkapo, dak ˈkapo. Solitamente la prima è considerata la norma, mentre la
seconda è per alcuni parlanti una variante più formale (a volte scritta daccapo). Nell'ambito della dizione e in
alcuni accenti toscani, la situazione è capovolta rispetto a quanto detto
sinora, sia per da + nome proprio che
per da + sostantivo.
La
parola che provoca il raddoppiamento (fono)sintattico nella pronuncia italiana
standard è dà e non da. L'espressione non dà resto si pronuncia, quindi, non ˈdar ˈrɛsto, mai *non ˈda
ˈɾɛsto.
Il
raddoppiamento (fono)sintattico è un fenomeno con tante varianti regionali ed è
assente in molti accenti del nord d'Italia.