Monday, 21 January 2013

Glottal stops in standard English pronunciation

On page 133 of the book you can see here to the left (Pronuncia dell'inglese; Zanichelli, 2009), there is a section on the use of the glottal stop in standard English pronunciation. The authors, John Johnson and Maria Chiara Piccolo, state that (click on the picture below to enlarge it)


"[i]l cosiddetto glottal stop (occlusiva glottale) non fa parte della pronuncia standard inglese ed è considerato da alcuni una brutta abitudine, indice di una condizione sociale bassa".



('the so-called glottal stop is not considered to belong to RP and is regarded by some as a bad habit since it is associated with speakers of the least privileged socio-economic classes.')


This claim is not totally accurate. As my readers will know, glottal stop is now firmly embedded in English pronunciation at all social levels. As John Wells put it in his blog of the 3rd July 2012, "in everyday RP t-glottalling has been frequent and unremarkable for a good half-century or more for word-final /t/ when the next word begins with an obstruent, thus right behind, right day, right guess, right thing, right shape, or a nasal or liquid, thus right name, right man, right royal, right letter". Listen, for example, to how Prime Minister David Cameron pronounces the placename Sutton in this BBC video: at 00:05 we can clearly hear ˈsʌʔn̩.

John Wells in his post goes on to say that the glottal stop is 

"also frequent (though purists might jib at it) where the next word begins with a semivowel, as right unit, right one. Those are all places where I would happily use glottalled /t/ myself". 

This claim on the part of John is exemplified by this clip in which we hear BBC Breakfast presenter Bill Turnbull pronounce what you in "let us know what you…" (0:14) as wɒʔ ju instead of wɒt ju or the assimilated wɒtʃu. And in this other video, meteorologist Tomasz Schafernaker is heard to say aʊʔ ˈwest (out west; 2:26) rather than aʊt ˈwest.

For more on the use of glottal stop in both RP and GenAm you can read this.

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Next posting: February 4th.


Il glottal stop nella pronuncia standard inglese

A pagina 133 del libro Pronuncia dell'inglese pubblicato da Zanichelli nel 2009, c'è una sezione che riguarda l'uso del glottal stop nella pronuncia inglese standard. Gli autori del testo, John Johnson e Maria Chiara Piccolo, affermano che (cliccate sulla foto in alto a destra)

"[i]l cosiddetto glottal stop (occlusiva glottale) non fa parte della pronuncia standard inglese ed è considerato da alcuni una brutta abitudine, indice di una condizione sociale bassa".

Questa loro considerazione è in parte errata. Il glottal stop è da oltre mezzo secolo parte integrante della pronuncia inglese ad ogni livello sociale. Come scrive John Wells nel suo blog del 3 luglio 2012, l'utilizzo del glottal stop al posto di t in finale di parola quando questa è seguita da una consonante ostruente (quindi in, per esempio, right behind, right day, right guess, right thing, right shape), o da nasale o liquida (in right name, right man, right royal, right letter), è da considerarsi oggi totalmente irrilevante e molto frequente. Ascoltate, per esempio, come David Cameron pronuncia il toponimo Sutton in questo video della BBC: al secondo 00:05 sentiamo chiaramente ˈsʌʔn̩.

John Wells, nel suo breve articolo, prosegue affermando che il glottal stop è frequentemente usato, sebbene i puristi non l'amino molto, anche quando dopo t troviamo le semivocali j o w: right unit, right one. In entrambi i casi, conclude, "I would happily use glottalled /t/ myself" ('io stesso non avrei alcun problema ad utilizzare ʔ al posto di t'). Quanto detto si può facilmente esemplificare ascoltando, in questo video, come il presentatore di BBC Breakfast Bill Turnbull pronuncia what you nell'espressione "let us know what you…": al secondo 0:14 sentiamo wɒʔ ju invece di wɒt ju o dell'altra possibile pronuncia assimilata wɒtʃu. In quest'altra clip, infine, il meteorologo Tomasz Schafernaker dice aʊʔ ˈwest (out west; 2:26) piuttosto che (quello che molti studenti d'inglese si spettano) aʊt ˈwest.

Per maggiori informazioni sull'utilizzo del glottal stop in inglese britannico e americano, leggete questo articolo.

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Prossimo post: lunedì 4 febbraio.

Monday, 14 January 2013

Foreign words in Italian


In an old bookshop in Rome I recently found and bought a dictionary called Dizionario: Parole Straniere nella lingua italiana (Garzanti, 2001). The book, written by Italian linguists Tullio de Mauro and Marco Mancini, contains over 11,000 loanwords currently in use in Italian. Most of the headwords listed in the dictionary come from English (5510), but there are also a number of terms from French (1729), 413 from Spanish, 341 from German, and some from languages such as Russian, Portuguese, Sanskrit, Japanese, Hebrew, Hawaiian, Arabic, Maori, Persian, Rumanian, and Norwegian.

The interesting thing about this dictionary is that, besides providing the meaning(s) in Italian of all the words it contains, it also gives their Italianized pronunciation(s) as well as their pronunciation(s) in the language of origin. (All transcriptions are in IPA and were done by Massimo Scorsone.) So, for example, for chips we find first the Italian tʃips and then the English tʃɪps (p.146). For camembert we find kamemˈbɛr and the French kamɑ̃ˈbɛʀ (p.115). For the term jojoba the authors give first the Italian dʒoˈdʒɔba and then the Spanish xoˈxoβa (p.389). And for the originally German lied (or Lied) we have lid alongside liːt (p.436).

The phonemic transcriptions offered in the dictionary are generally correct, but typos are nonetheless present: see, for example, the word steakhouse whose English pronunciation is given as stɛɪkˈhaʊs (p.746) rather than ˈsteɪkhaʊs. Ancien Régime is transcribed ãˈsjɛ̃ ʀeˈʒim (p.17) rather than the Standard French ɑ̃sjɛ̃ ʁe(ˈ)ʒim. And racing track is transcribed as reˈɪsɪŋ træk (p.629) instead of ˈreɪsɪŋ træk.

What I particularly like about this Dizionario is the Italianized pronunciations furnished. Words like report, stage, performance are transcribed exactly as Italians would pronounce them, that is not in the way most Italian dictionaries transcribe them (see my two articles here and here). For report, for example, we find the (usually) deplored ˈrɛport (p.648) rather than the un-Italian riˈport. Stage is duly transcribed staʒ, stejdʒ (=steidʒ) (p.742), and performance is both perˈformans and ˈpɛrformans (p.576). 

I don't understand, though, why the word mojito is given the transcription moˈkito (p.494) when Italians normally say moˈito, -tɔ


Parole straniere in italiano

In una vecchia libreria di Roma di recente ho trovato e acquistato un dizionario chiamato Dizionario: Parole Straniere nella lingua italiana (Garzanti, 2001). Il libro, scritto dai linguisti Tullio de Mauro e Marco Mancini, contiene oltre 11.000 prestiti attualmente in uso in italiano. La maggior parte dei lemmi indicati al suo interno proviene dall'inglese (5510), ma ce ne sono tanti altri che derivano dal francese (1729), 413 dallo spagnolo, 341 dal tedesco, e alcuni provenienti da lingue quali il russo, il portoghese, il sanscrito, il giapponese, l'ebraico, l'hawaiano, l'arabo, il maori, il persiano, il rumeno, e il norvegese. 

La cosa interessante di questo dizionario è che, oltre a provvedere ai significati italiani di tutti i termini contenuti in esso, fornisce anche le loro pronunce italianizzate nonché quelle relative alla loro lingua d'origine. (Tutte le trascrizioni sono in alfabeto IPA e sono state curate da Massimo Scorsone.) Quindi, per esempio, per chips troviamo prima l'italiano tʃips e poi l'inglese tʃɪps (p.146). Per il termine camembert abbiamo kamemˈbɛr e il francese kamɑ̃ˈbɛʀ (p.115). Per jojoba gli autori danno prima l'italiano dʒoˈdʒɔba e poi la pronuncia spagnola xoˈxoβa (p.389). Infine, per il tedesco lied (o Lied) troviamo lid accanto a liːt (p.436). 

Le trascrizioni fonematiche offerte nel dizionario risultano generalmente corrette, anche se ci sono a volte alcuni errori, purtroppo: si noti il termine steakhouse, la cui pronuncia inglese viene trascritta erroneamente stɛɪkˈhaʊs (p.746) invece che ˈsteɪkhaʊs. Ancien Régime viene trascritto ãˈsjɛ̃ ʀeˈʒim (p.17), ma in francese la pronuncia è ɑ̃sjɛ̃ ʁe(ˈ)ʒim. E il termine racing track risulta come reˈɪsɪŋ træk (p.629), quando il corretto è ˈreɪsɪŋ træk.

Ciò che amo particolarmente di questo volume sono le pronunce italianizzate fornite. Parole come report, stage, performance sono state trascritte esattamente come gli italiani le pronunciano piuttosto che con delle pronunce 'false' o troppo prescrittive (si confrontino i miei due articoli qui e qui). Per il termine report, per esempio, troviamo la pronuncia (di solito condannata) ˈrɛport (p.648) invece che quella non-italiana riˈport. Stage è giustamente trascritto staʒ, stejdʒ (=steidʒ) (p.742), mentre performance perˈformans e ˈpɛrformans (p.576). 

Non capisco, però, perché accanto alla parola mojito troviamo moˈkito (p.494), quando in realtà gli italiani pronunciano moˈito, -tɔ

Monday, 7 January 2013

Visiting Tarquinia through phonetics


This week I'd like to offer my readers a phonetic transcription in IPA of (part of) an article by the American writer Daniel Foster which is about the town where I live in Italy: Tarquinia

The full text in English orthography can be found here. Please note that I've transcribed paragraphs 2-7 and that my transcription only represents the way I would pronounce the article myself in contemporary RP. Also, notice that, although all of the pronunciations represented below can be regarded as belonging to current RP, they are not always recommendable to the EFL teacher as these may sometimes have distinct disadvantages for the student to copy.

(Questa settimana voglio offrire ai miei lettori una trascrizione fonetica in IPA di un testo scritto dall'americano Daniel Foster che riguarda la città nella quale vivo in Italia: Tarquinia. L'intero articolo in inglese potete trovarlo qui. Si noti che la mia trascrizione riguarda i paragrafi 2, 3, 4, 5, 6 e 7, e che questa rappresenta soltanto il modo in cui io pronuncerei il testo secondo lo standard britannico contemporaneo.)


tɑːkwɪniər ɪz nɔːθ əv rəʊm ɪn ðə vɪtɜːbəʊ prɒvɪnts, əbaʊt ən aər ən θriː kwɔːtəz baɪ treɪn. ðə draɪvz slaɪʔli les, ɪksept ɒŋ krʌʃ sʌmə wiːkendz, wen rəʊmənz teɪk ðɛ hɒlədeɪ hɪər əlɒŋ sɪks maɪəlz əv biːtʃɪz strʌŋ wɪð restrɒnts, bɑːz əm wɔːkweɪz.


sʌm vɪzɪt tɑːkwɪniə əz ə deɪ ɔːr əʊvənaɪʔ trɪp frm̩ ə həʊm beɪst ɪn rəʊm. betə ðəʊ, tə spend fɔːr ɔː faɪv deɪz hɪə. ðər ə wɜːði deɪ trɪps frɒm tɑːkwɪniə ɪtself – tə sʌm ə ðə ɡrændɪs mænərɪs vɪləz ɪn ɔːl əv jʊərəp.


tɑːkwɪniə, nəʊn əz kɔːneɪtəʊ əntɪl ðə naɪntiːntθ sentʃəri, ərɪdʒn̩li stʊd ɪn æntɪkwəti ɒn ðə tʃɪvɪtɑː hɪl, dʒʌs nɔːθ əv ðə kʌrənʔ sɪti, jeʔ rɪtʃ ɪm mediiːvl̩ ɑːkɪtektʃə. mæsɪv laɪmstəʊn blɒks deɪtɪŋ tə ðə fɔːθ sentʃəri biːsiː kən stɪl bi vjuːd ət tʃɪvɪtɑː.   


tɑːkwɪniəz meɪn drɔː: peɪntɪd ɪtrʌskən tuːmz ðəʔ deɪʔ tə ðə sevn̩θ sentʃəri biːsiː kənteɪnɪŋ vɪvɪd siːnz əv hʌntɪŋ, fiːstɪŋ, dɑːntsɪŋ, ɔːdʒiz ən iːvn̩ flɒɡɪŋ. ðə kɒmbəneɪʃən əv seks, deθ n̩ spɪrɪtʃʊæləti wəz ə traɪd ən truː traɪæd fə ði ɪtrʌskənz, ə mɪks reɪs əv mɪdl̩ iːstən ɒrədʒɪnz.


əʊni tuː hʌndəd nəʊn ɪtrʌskən tuːmz wɪð peɪntɪd freskəʊz ɪɡzɪst, ən tɑːkwɪniə hæz ðə laənz ʃɛː – wʌn hʌndrd̩ n̩ fɔːti. ðə tɑːkwɪniə nɪkrɒpəlɪs, ɔːlsəʊ tɜːmd mɒntərɒtsi, ɪŋkluːdz ðə tuːm əv ðə lepədz, tuːm əv ðə bʊlz ən tuːm əv flɒɡɪŋ.


ðə nɪkrɒpəlɪs ɪz ə rɛːr ən fæsɪneɪtɪŋ ɡlɪmps ɪntu eɪnʃənʔ deθ m̩ mædʒɪk rɪtʃʊəlz. peɪntɪd ɪn rɪtʃ hjuːz əv blʌd red, əʊkər əŋ kəʊbɔːlt, meni əv ðə freskəʊz ə səpraɪzɪŋli ɪntækt – naʊ siːl bəhaɪŋ ɡlɑːs, ən əksesəbl̩ baɪ diːp kʌʔ stɛːweɪz bəniːθ ðə berjəl maʊndz. pres ə bʌʔn̩ nɪə ðə vjuːɪŋ wɪndəʊ ən ðeɪ laɪt ʌp.